È stata la seconda conferenza stampa annuale più lunga di sempre. Il presidente russo Vladimir Putin ha risposto per quattro ore e mezza alle domande dei giornalisti (il precedente record era di quattro ore e 33 minuti). Una maratona che ha toccato i dossier più disparati: dalla situazione economica, al nuovo presidente eletto statunitense fino al vaccino anti-Covid e alla recente inchiesta sull'avvelenamento di Aleksej Navalnyj.
Parlando in collegamento video dalla dacia di Novo-Ogariovo, dove vive blindato da quando imperversa la pandemia, Putin ha respinto l'accusa di essere dietro al tentato assassinio del blogger e oppositore politico e ha accusato l'intelligence statunitense di diffondere fake news syl suo conto, pur coltivando la speranza di migliori relazioni con la futura amministrazione di Joe Biden e di poter prorogare l'ultimo trattato rimasto sul controllo degli armamenti in scadenza a febbraio.
- L'avvelenamento di Navalnyj
"Non lo abbiamo avvelenato. Chi ha bisogno di lui? Se qualcuno avesse voluto farlo, avrebbe portato a termine il lavoro", ha detto Putin con una mezza risatina definendo l'inchiesta congiunta di Bellingcat e Insider.ru sul caso Navalnyj come "riciclaggio di materiale delle agenzie di intelligence americane" e un modo per "screditare la Russia". Lo stesso Aleksej Navalnyj è "sostenuto dai servizi americani", ha poi aggiunto Putin senza chiamarlo per nome, ma riferendosi a lui nome il "blogger" o "il paziente di Berlino". "Come se non sapessimo che tracciano gli spostamenti. I nostri servizi lo sanno. Lo tengono d'occhio, ma questo non significa che lo abbiamo avvelenato. Quando sua moglie me lo ha chiesto, ho immediatamente autorizzato il suo trasferimento in Germania".
- I rapporti con gli Usa e il controllo degli armamenti
Ha poi ricordato che Mosca resta pronta a estendere il Nuovo Start, l'ultimo trattato rimasto sul controllo degli armamenti dopo che Trump si è ritirato da tutti gli altri accordi in materia. Abbandonare il trattato - ha osservato - "non lascerebbe più restrizioni sul sistema degli armamenti". Putin ha anche sottolineato che Mosca è pronta a parlare del nuovo sistema di armi ipersoniche durante futuri colloqui con gli Usa. Le nuove armi annunciate nel 2018, tra cui il drone nucleare Poseidon e il missile a propulsione nucleare Burevestnik, sono in fase di sviluppo e presto entreranno in funzione, ha precisato.
Dopo aver negato ancora una volta le accuse di ingerenze nelle presidenziali del 2016, alla domanda se offrirebbe l'asilo politico e un lavoro a Donald Trump quando il 20 gennaio cederà la Casa Bianca a Biden, Putin ha risposto: Trump non ha bisogno di un lavoro. Ha un'ampia base di sostegno negli Usa e, per quel che ho capito, non ha intenzione di mollare la politica".
- Presidenziali 2024
- Il vaccino Sputnik
Putin Says Karabakh is Azerbaijan, Adding Ankara Defended Baku’s ‘Just Cause’ | Asbarez.com
ReplyDeleteRussia’s President Vladimir Putin on Thursday said that the Karabakh is Azerbaijan and its status must remain be unchanged. He also said that Turkey defended Azerbaijan’s “just cause” when it backed Baku in military operations against Artsakh.
“From an international legal perspectives, all these territories are an integral part of the Republic of Azerbaijan,” said Putin adding that Armenia, itself, hasn’t recognized Karabakh’s independence and based on international legal standpoint Nagorno-Karabakh is also Azerbaijan.
“This is how our position was advanced in the Minsk Group, where Russia, the United States, and France are co-chairs. For many years, we have always assumed that the seven held areas around Nagorno-Karabakh should be returned to Azerbaijan,” Putin explained during his annual year-end press conference.
According to Putin, the Karabakh situation is “much more complicated than just simple normative assumption, including international legal ones.”
“The roots [of Karabakh] lie in an ethnic conflict, which began in Sumgait, and then spread to Nagorno-Karabakh. Here, each side has its own truth. The Armenians of Nagorno-Karabakh once took up arms to protect their lives and dignity,” he added.
The current status of Karabakh should remain unchanged, but transportation link between Armenia and Karabakh is integral, hence the “addition” of the Lachin corridor, which was established for this purpose.
The Russian president said that discussion of Karabakh’s status should be deferred to the future, reiterating that the current status quo should remain unchanged.
In discussing Turkey’s involvement in Nagorno-Karabakh, Putin acknowledged Ankara’s support to Azerbaijan, a fact that Azerbaijan’s president Ilham Aliyev has denied or contested.
“Turkey’s position is based on, and it is has been publicly stated, that Turkey defended, as they believe, the just cause of Azerbaijan, namely the return of territories that were occupied during the fighting in the 1990s,” Putin said...